Un po’ di me…

by Arianna Arace

Pensavo di aver trovato il mio posto nel mondo e invece il mio cammino era appena iniziato…

Mi chiamo Arianna, prossima a soffiare 42 candeline e per quanto abbia vissuto, sono sempre convinta che il meglio debba ancora venire.

La mia fortuna è stata un profondo e lungo dialogo intrapreso con me stessa molto tempo fa. Non ho mai voluto essere spettatrice della vita, né mia né tanto meno di quella altrui.

Per questo ho sempre scavato a fondo, a piene mani, laddove sentivo qualcosa ostacolare la mia crescita.

Che cosa ho cercato? La verità che è racchiusa nel proprio animo e in quello di ogni essere umano e quella meravigliosa e incessante metamorfosi che, con consapevolezza o meno, fa di un bruco, una farfalla. Una splendida farfalla, capace di volare in alto libera e in armonia con il creato.

La mia chiave di svolta? La Famiglia che ho sognato e sospirato per lunghissimi anni.

Finché un giorno, in un tempo e in un luogo in cui non avrei voluto essere, ho incontrato l’altra mezza mela: mio marito. Con Giacomo credo di aver bruciato tutte le tappe che potevo, dal momento in cui capii che non si trattava di un uomo venuto dalla terra, ma da qualche altro pianeta dove la parola era quella data e la fiducia, un sentimento alimentato da continuo amore e serenità.

Alcuni ci paragonano a un treno in corsa che non si è ancora fermato.

E io rispondo: per fortuna!

 

Sulle carrozze della nostra vita sono saliti due meravigliosi bambini, Riccardo e Adelaide, e due amatissimi pelosetti, Otto e Pepe.

Un mondo che vorticosamente ruotava attorno a me stessa, ha cambiato in modo impetuoso il suo baricentro.

E’ stato duro, è dura! La ricchezza che tale stravolgimento ha però portato con sé, ha permesso a una Famiglia di nascere e, con essa, è nata una Mamma e una Donna. Per conoscermi un po’ meglio, vi posso dire che…

MI CHIAMO: Arianna Arace

ANNI: …sulla carta quasi 42, il 26 gennaio

SEGNO ZODIACALE: Acquario ascendente Acquario. Creatività, profonda intuizione e curiosità per la vita sono il mio motore. Forse un po’ testarda… solo un po’!

NATA e VIVO: …a Vercelli, in Piemonte. Una ridente cittadina nel cuore della pianura padana, nota per il riso e il suo mare “a quadretti”, la nebbia e le zanzare. Non ho mai tanto amato la mia città come da quando sono arrivati due piccoli fanciulli ad allietare la vita. Amo definirla a misura d’uomo e soprattutto di famiglia, anche se poco lontano trovi città più briose e di carattere.

HO VISSUTO: …per 10 intensissimi anni a Milano, dove mi sono trasferita poco prima dei 30 anni. Confesso che è stato il primo grande atto d’amore verso me stessa: ho imparato a cucinare, a fare il bucato, stirare… e a prendere in seria considerazione l’ipotesi di cavarmela anche da sola. Per molto tempo ho pensato che non sarei stata in grado di andare più in là di questo: un marito? dei figli? … era già faticoso così, da sola! E Milano, di certo, non aiuta. E’ facile vivere la propria “singletudine” senza troppi tafferugli della mente. Non del cuore però… la vita chiassosa trascorsa tra locali e posti da frequentare, persone da incontrare, permette a volte di alleggerire e insonorizzare ciò che fa più male. 

E io una famiglia, la mia Famiglia l’ho sempre desiderata.

Con tutto il cuore.

 

STUDI: diplomata ragioniera, dopo un passaggio fulmineo in Economia Politica, un brillante esame di Statistica a Scienze Politiche, sono approdata alla Facoltà di Relazioni Pubbliche allo Iulm di Milano. Anni controversi quelli dell’università dove mi sentivo “vecchia” tra le nuove leve, avevo quasi 24 anni e un lavoro già alle spalle. Una trentina di esami sostenuti, una lodevole media di ventinove/30esimi e una ventina di pagine di tesi scritta, la mia carriera universitaria si è conclusa così, a un passo dalla fine. Qualcosa che ho riposto nel cassetto, ogni tanto rispolverato, accarezzando l’idea di essere “dottoressa”. Quel pezzo di carta era davvero importante per me? Volevo studiare e lavorare, o forse lavorare e poi studiare. Alla fine ho ingarbugliato il tutto.

Oggi so che nessuna di quelle strade intraprese mi appartenevano, anche se fanno parte di quel prezioso cambiamento verso cui andavo ciecamente incontro.

LAVORO: …dai 19 anni ho sempre lavorato. Gli studi di ragioneria, l’ingresso in banca… erano tutti passi scolpiti sul mio cammino già dai primi anni di adolescenza, quando prematuramente persi il mio amatissimo padre. Un’eredità pesante cucita addosso e lontana dal considerare un posto in banca, così tristemente assegnato, una fortuna da cavalcare, me ne sono andata. Poi gli anni da hostess nelle fiere, l’esperienza nell’amministrazione di un noto centro di medicina e benessere milanese, un viaggio nel cuore del Rajastan da collante tra il turismo italiano e l’India, fino a quando le porte del Consiglio Regionale della Lombardia si sono aperte al mio passaggio. Tra le più belle esperienze lavorative vissute, la co-conduzione di una trasmissione televisiva politica e la campagna elettorale del 2010. Nel giro di poco tempo il mio ufficio al 30° piano del Pirellone godeva di una meravigliosa panoramica su Milano. Ricordo ancora la leggera vertigine che mi accompagnava al mattino salendo così in alto… ci volle un po’ prima di farne abitudine. Era un’opportunità che mi dava euforia ma presto e amaramente compresi che la meritocrazia non sempre paga e che a volte ci sono dei meccanismi che vanno ben oltre alla tua buona fede.

In attesa quindi del mio primo figlio Riccardo, con un bel pancione entrai in maternità e da lì non ho più cambiato strada. Non l’ho cercata, non l’abbiamo voluto. Nonostante tutte le difficoltà di una famiglia che si allarga.

SPOSATA: …con Giacomo, segratese di nascita ma di animo forestiero come il mio.

Ci siamo conosciuti il 31 ottobre 2010, a una festa a cui non volevo andare. Avevo voglia di tranquillità, di raggomitolarmi su me stessa per prendere fiato da ciò che non funzionava. Poi le parole di una collega “se non esci e non vai, non ti accadrà mai nulla di bello”.  A soli 3 mesi dal nostro primo incontro, avevamo un cane, vivevamo sotto lo stesso tetto, portavo l’anello di fidanzamento e una data di matrimonio già fissata.

MATRIMONIO: 23 giugno 2012, il respiro mozzato prima di arrivare in Chiesa, la cornice incantevole del Santuario di Crea, i fiori, le musiche, la magia del Principato di Lucedio…. Ancora non so dire se l’abito indossato fosse proprio quello dei miei sogni, per quanto bello, credo che oggi non avrei esitato a sceglierne un altro… anche a costo di sembrare una meringa. Il nostro matrimonio ha viaggiato sulle note del romanticismo e della raffinatezza. Nel nostro piccolo, sono sicura che per molti aspetti, esso venga ancora ricordato.

Il nostro matrimonio ha viaggiato sulle note del romanticismo e della raffinatezza.

Nel nostro piccolo, sono sicura che per molti aspetti, esso venga ancora ricordato.

 

FIGLI:…mio marito ed io siamo una di quelle coppie a cui basta guardarsi negli occhi, per scoprirsi in attesa di un figlio. Non sapremo mai se Riccardo sia giunto sotto il cielo stellato di Formentera, durante il viaggio di nozze, o appena poco dopo. So che quelle due lineette rosa mi hanno sconquassato l’esistenza. Ricordo il pianto di paura, la gioia incredula, l’emozione nell’abbraccio di mio marito che mi sorrideva in adorazione. E io che mi sentivo ancora bambina… e adesso? Cosa avrei fatto adesso?! Quella sera accendevamo la nostra ultima sigaretta. A nostro figlio volevamo donare dei genitori in salute e quella non era una sana abitudine né per lui, né per noi.

La maternità non è solo uno stato fisico, oserei dire ancor più mentale.

Un miracolo da cui prende forma e sostanza una nuova vita, la tua e del tuo bambino. Energie arcaiche e misteriose hanno iniziato a portare alla luce un aspetto di me stessa a cui non avevo mai dato importanza, o forse non conoscevo nemmeno. Una mente creativa faceva capolino accompagnata da una strana voglia di realizzare con le mani. Ho iniziato così a ricamare, il primo lenzuolino della culla doveva essere qualcosa di speciale.

Nato Riccardo, mi sono presa cura totalmente di lui, gli ho dedicato la mia vita e le mie giornate…e grandi nottate. Non ho avuto un grande appoggio, ma onestamente non l’ho nemmeno troppo cercato. Quante lacrime silenziose nel suo primo mese di vita. Così piccolo, una sensazione così meravigliosa non l’avevo mai provata… sapevo di fare bene ma tanta era la paura. Penso di aver riversato su di lui fiumi di amore inespressi e a volte mi piace pensare che tenendolo vicino al mio cuore così spesso, mentre lo allattavo, gli abbia trasferito una buona dose della mia sensibilità.

Oggi è un bellissimo ometto di quasi 6 anni.

Mio marito e io eravamo certi di volere un secondo figlio e non abbiamo aspettato molto tempo a cercarlo.

 

Riccardo compiva 18 mesi e io ero nuovamente incinta, nonostante 6 test di gravidanza mi avessero dato un esito negativo. Eppure una donna, se sa ascoltarsi, ha già dentro di sé tutte le risposte. La scoperta di Adelaide fu seguita da un concatenarsi di eventi che hanno reso quella gravidanza non semplice da vivere emotivamente. Molte le preoccupazioni e un entusiasmo contrastato. Essere inoltre già mamma di un bimbo molto piccolo, ha fatto sì che la stanchezza fosse sempre tanta e il riposo mai troppo. Quando a maggio è nata lei, con la stessa energia che mette nel fare qualsiasi cosa, io non avevo mai visto una bimba così bella. Una carnagione rosea e per nulla stropicciata, dai lineamenti perfetti… so che ancora oggi quando la guardo, rimango incantata.

C’è qualcosa in lei, una luce che risplende aldilà dell’oggettiva bellezza e che attira verso di sé lo sguardo e la parola di ogni persona che incontra.

Riccardo e Adelaide si adorano. Riccardo è il fratellone che ogni bimba vorrebbe avere, tenero e premuroso. Adelaide è un lampo nel cielo terso, e a volte scompiglia una serena quiete casalinga, ma ha 3 anni ed è legatissima a suo fratello…anche se un po’, come una vera donnina di carattere, non vuole darlo troppo a vedere.

Fin da subito abbiamo “lavorato” molto affinché questo legame crescesse sotto i sentimenti più armoniosi dell’essere fratelli. Riccardo continuava a rimanere vicino al mio cuore anche quando allattavo Adelaide, e spesso è stato coinvolto nell’accudimento di sua sorella: abbiamo cambiato insieme pannolini, spalmato cremine, condiviso bagnetti… ancora oggi un momento di festa per entrambi. E così il tempo è trascorso, da Segrate abbiamo fissato la nostra dimora a Vercelli, e oggi insieme frequentano l’uno l’ultimo anno di materna, l’altra il suo primo. Sono dei bimbi sorridenti, con i loro normali momenti “no”, a volte ci fanno più arrabbiare, altre a stento tratteniamo una lacrima nell’ammirare il loro buon cuore.

Mio marito mi ha sempre sostenuto molto in questa grande avventura che è la genitorialità.

Non si è mai tirato indietro di fronte a nulla, nemmeno durante la notte quando buttarsi fuori dal tepore delle coperte ha la stessa “gradevolezza” di una doccia gelata.

Essere genitori di due bambini molto piccoli, ognuno ancora con forti esigenze fisiche e non, rimane un’esperienza che ti prova in moltissimi momenti, ogni giorno. La stanchezza si accumula, parlarsi guardandosi negli occhi un evento di straordinaria rarità, godersi un pasto intero rilassati e seduti succede solo nei film.

Già, a volte pensi di non riuscire più a contenere tutto questo, di essere finito in un gran pasticcio dal quale non sai come salvarti… parla la stanchezza, parla una vita messa sotto pressione dai ritmi odierni.

A volte mi chiedo “dove stiamo correndo?” con la netta sensazione di aver bisogno di rallentare e prendere una boccata di ossigeno. E quando riesci davvero a farlo, ecco che tutto si ridimensiona e tutto non sembra più così spaventoso.

Forse è proprio sotto questo spirito positivo che due anni fa abbiamo deciso di spalancare le porte della nostra casa a Pepe, di nome e di fatto. Come Otto, un bassotto a pelo lungo color foglia, diversamente da Otto, creativo nel combinarle.

 

OGGI: …ogni singolo passo posato su questa tortuosa strada della vita, mi ha condotto verso ciò che proprio ho sempre più desiderato nel profondo del mio cuore: una bella Famiglia. Dove “bella” è il risultato di quel grande amore e modo unito di stare insieme che mio marito e io abbiamo riversato in essa. Siamo stati complici nel voler condurre il nostro sguardo nella stessa direzione, anche quando gli eventi e le circostanze ci hanno messi a dura prova.

Non siamo stati fortunati in questi ultimi tre anni, talvolta la sensazione di essere finiti in un vortice senza uscita ci ha spezzato le gambe e tolto il fiato. Molti i problemi di ogni sorta, soprattutto di salute. Ogni volta ci siamo dovuti fermare, recuperare i nostri pezzi e ripartire nuovamente. Più forte di ogni cosa è stata però la speranza e il sostegno dei nostri genitori che si sono stretti e hanno abbracciato le nostre difficoltà.

Oggi con grande entusiasmo posso affermare che mi sento e sono una Donna in rinascita.

La capacità di riuscire a canalizzare le mie energie in quelle abilità manuali e creative di cui sono sempre più consapevole e fiera, mi fa pensare che il mio posto nel mondo è un continuo work in progress. Ho una mente eclettica e se un tempo consideravo fosse un gran difetto, oggi riesco ad accettare che è la mia natura e la mia ricchezza. Non sono capace di soffermarmi ma il mio spirito è di andare sempre oltre e di sperimentare nuove cose. Ed è per questo che nel mio bagaglio ci metto un po’ di tutto: ricamo, decoupage, cake design, collane all’uncinetto, scrapbooking… e molto ancora frulla tra i miei pensieri.

I miei figli mi osservano e una frase ricorrente quando siamo tutti a casa è “mamma facciamo un lavoretto”. Un giorno mio figlio Riccardo, mentre ero intenta a decorare una torta, mi dice “mamma sei un’artista”.

Di lì a poco, sostenuta dall’affetto e dalla stima di alcune persone, è nata “Mamma Che Arte” una pagina Facebook e Instagram nella quale pubblico tutti i lavori che porto a termine.

La gioia di quando mi viene chiesto di realizzare un qualcosa mi dà la certezza che, oltre a essere una mamma che adora seguire i propri figli, c’è quella voglia di rendersi utile e contribuire al benessere della propria famiglia anche diversamente. E se questo viene da me, non ha prezzo.

Oggi nasce “Mom in Love” perché dietro a due mani che fanno, c’è una testa e un cuore pulsanti.

La vita è un canovaccio ricamato dalle esperienze a cui una persona va incontro, belle e brutte che siano. A volte il quadro sembra delinearsi davanti ai propri occhi in modo chiaro, altre volte ne perdi il senso. Ma sono sicura che alla fine il capolavoro rivelerà tutta la sua bellezza.

Ognuno ha la propria storia, ma in tutte le storie riconosci un pezzetto di te e questo talvolta basta per sentirsi nel mondo un po’ meno soli e scoprire che la nostra verità è molto più vicina di quanto crediamo.

Sono una mamma innamorata, e grazie a questo Amore ho trovato la forza per tutto il resto!

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